La poesia e il Cinema – Elizabeth Bishop in “In her shoes” 1/2

Bentrovati cari lettori. Oggi affronteremo una nuova puntata del rapporto tra poesia e cinema.

Tratteremo principalmente di un film piuttosto famoso, “In her shoes – Se fossi lei”. Partiamo dal film:

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Il film tratta di due donne in cerca di punti di riferimento. Donne in cerca di valori. Donne in cerca di amori. Donne in cerca di scarpe. Curtis Hanson regista intelligente (L.A Confidential, 8 Mile) ama confrontarsi coi generi e racconta, in questo comedydrama, una storia di sorelle, così diverse, così uguali.  (Cit. mymovies.it)
Cameron Dia e Toni Collette interpretano le sorelle.

Questo per quanto riguarda il film. Al suo interno troviamo ben due citazioni di bellissime poesie:

1. One art (Un’arte) di Elizabeth Bishop

2. I carry your heart with me (Il tuo cuore lo porto con me) di E.E. Cummings

In questa puntata ci occuperemo di analizzare soltanto la prima; la seconda poesia, invece, verrà trattata separatamente in un secondo post in quanto, lo vedremo, sarà ripresa anche in una seconda pellicola.

Allora non ci resta che iniziare.

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Elizabeth Bishop (Worcester, 8 febbraio 1911 – Boston, 6 ottobre 1979) è stata una poetessa e scrittrice statunitense. La sua poesia ha ottenuto un largo consenso di critica ed è tuttora molto letta e studiata, soprattutto negli Stati Uniti. È considerata unanimemente uno dei più raffinati poeti di lingua inglese del XX secolo. Ha scritto anche opere in prosa e si è cimentata perfino nella pittura. (vita ed opere su Wikipedia).

Sulla nostra poetessa consiglio di leggere un articolo completo che analizza la vita della nostra autrice in modo completo e sotto punti di vista davvero interessanti. Grazie a questi è possibile avere un ritratto magistrale della Bishop. Chi fosse interessato può cliccare QUI.

La poesia citata è, come dicevo, “One art”:

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Il testo recitato nel film è uno stralcio ed è il seguente:

L’arte di perdere non è difficile da imparare.
Così molte cose sembrano fatte con l’intento di essere perdute.
Se le perdiamo non è un disastro.
E tu sempre perderai le tue chiavi di casa con un sorriso
Ho perso due città, due fiumi e un continente: perduti.
Ma non è questo un disastro.
Perfino perdere te, che giochi con la voce e con i gesti, non mi fa soffrire.
È grazie all’arte che si impara presto: l’arte di perdere.
Anche se a volte (scrivilo!) qualche perdita si rivela un disastro.

Adesso vi propongo il testo integrale in inglese nonché la relativa traduzione ad opera di Damiano Abeni

UN’ARTE

Dell’arte di perdere si è facili maestri;

ogni cosa pare così colma dell’intento
d’andar persa, che perderla non è un disastro.

Perdi qualcosa ogni giorno. Accetta l’estro
delle chiavi perse, dell’ora senza sentimento.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Poi allenati a un perdere ulteriore, un perdere più lesto:
luoghi, nomi, e ogni dove che la mente
voleva visitare. Nulla di ciò sarà un disastro.

Ho perso l’orologio della mamma. Impiastro!
E di tre amate case non ho salvato niente.
Dell’arte di perdere si è facili maestri.

Ho perso due città stupende. E in quel contesto,
diversi regni miei, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è stato un disastro.

Perfino nel perderti (il riso nella voce, un gesto
che amo) non avrò mentito. E’ evidente,
dell’arte di perdere non si è difficili maestri
anche se può sembrare (e scrivilo!) un disastro.

[Elizabeth Bishop, One Art, da Nuovi Argomenti n.11, Quinta serie, Luglio-Settembre 2000]

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ONE ART

The art of losing isn’t hard to master;

so many things seem filled with the intent
to be lost that their loss is no disaster.

Lose something every day. Accept the fluster
of lost door keys, the hour badly spent.
The art of losing isn’t hard to master.

Then practice losing farther, losing faster:
places, and names, and where it was you meant
to travel. None of these will bring disaster.

I lost my mother’s watch. And look! my last, or
next-to-last, of three loved houses went.
The art of losing isn’t hard to master.

I lost two cities, lovely ones. And, vaster,
some realms I owned, two rivers, a continent.
I miss them, but it wasn’t a disaster.

—Even losing you (the joking voice, a gesture
I love) I shan’t have lied. It’s evident
the art of losing’s not too hard to master
though it may look like (Write it!) like disaster.

(Testo in lingua originale di Elizabeth Bishop)

Eccovi una lettura di “One art” ben riuscita:

Per finire, Vi propongo alcune video ricostruzioni dell’opera in lingua inglese, a mio parere riuscite assolutamente bene!

Ultimo collegamento con l’opera, recentissimo, giunge da un film del 2013.

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Chi di voi ha avuto la curiosità di leggere le note biografiche, si sarà reso conto di come, tutta la vita della poetessa, sia stata colma di avvenimenti, alcuni dei quali, drammatici.

Nel 1951 Elizabeth Bishop si reca in Brasile. La vacanza dovrebbe durare poche settimane, ma le settimane diventano anni, perché a Rio de Janeiro la Bishop conosce Lota de Machedo Soares, architetto preveniente da una famiglia ricca e colta, con la quale instaura una relazione sentimentale lunga e tormentata, che passa attraverso la vincita del Pulitzer, la depressione, il golpe militare e l’alcolismo, fino alle estreme conseguenze.

E’ proprio per narrare di questa storia che, nel 2013, esce nelle sale (non in Italia), “Reaching for the Moon Aka: The Art of Losing“.

Film, questo, recentemente andato in onda su Sky (in Italia, se non erro) dove, “One art” viene  adoperata per aprire e chiudere lo stesso film, regalando alla storia un bellissimo ritratto della nostra poetessa.

La raccolta di poesie della Bishop potete acquistarla QUI

Il Film “In her shoes” QUI

Grazie per l’attenzione.

7 pensieri su “La poesia e il Cinema – Elizabeth Bishop in “In her shoes” 1/2

  1. Pingback: La poesia – il Cinema & la Musica – E. E. Cummings | Libero il verso

  2. Adoro la poesia e lei lo sa
    perciò è sempre qua
    Con me
    Con te
    Di giorno la vedo oltre al verde dei miei occhi
    La notte quando li chiudo lei entra nei miei sogni

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